Filmografia e progetti speciali 2015

 

LADIRI

Videoclip – Italia, 2013, durata 9’
Regia Andrea Mura
Il documentario “Ladiri” racconta, attraverso i volti e le parole degli anziani, la tradizionale tipologia abitativa delle case in terra cruda, diffuse nel sud della Sardegna. Secondo stime dell’ONU, circa la metà della popolazione mondiale abita in case di terra, oggi minacciate dalla speculazione edilizia e dalla massiccia cementificazione.

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IL NEMICO. UN BREVIARIO PARTIGIANO

Mediometraggio – Italia, 2015, durata 80’
Regia Federico Spinetti
Musiche Zamboni, Baraldi, Canali, Maroccolo, Magnelli, Filippi
Massimo Zamboni, chitarrista e cofondatore dei CSI, a quindici anni dallo scioglimento della storica band postpunk italiana vorrebbe riunire i membri attorno a un nuovo progetto sul tema partigiano, condividendo pensieri e canzoni. Non una “reunion”, forse un nuovo inizio. Su proposta del regista Federico Spinetti i componenti del gruppo, Massimo Zamboni, Giorgio Canali, Gianni Maroccolo, Francesco Magnelli con la cantante Angela Baraldi, si incontrano nella splendida cornice del teatro di Gualtieri. Massimo propone un testo da mettere in musica: “Il nemico”. I musicisti accettano la presenza delle macchine da presa e il lavoro sul pezzo musicale, insieme ad altre nuove canzoni e ad alcuni brani storici suonati dal vivo, diventa colonna sonora del film. Il confronto sulla composizione del brano si intreccia con la discussione sui temi partigiani. Il nemico un breviario partigiano racconta l’elaborazione musicale del progetto Post CSI e le ricerche e riflessioni di Massimo Zamboni sulla propria storia famigliare, tragicamente segnata dal colpo di pistola partigiano che nel 1944 ha ucciso il nonno materno. Un film musicale sulla Resistenza e le sue rappresentazioni.

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IL MIO NOME È ROM

Mediometraggio – Italia, 2014, durata 52’
Regia Piero D’Onofrio e Natascia Palmieri
Musiche Riccardo Cimino
Marinela, ventenne rom rumena cresciuta in Italia, ha negato per molto tempo la propria appartenenza etnica dopo aver subìto la discriminazione. Il ritorno in Romania per il matrimonio del cugino diventa per lei occasione di ricerca interiore da cui esce rafforzata.
E’ qui che incontra Izabela, una giovanissima rom che assieme al padre, è impegnata nel recupero di testimonianze di sopravvissuti al tragico evento delle deportazioni in Transnistria. Mentre ricostruisce la storia del suo popolo, Izabela si impegna nelle comunità rurali per promuovere l’educazione scolastica delle donne. Dall’incontro tra Marinela e Izabela nasce un’amicizia fondata sulla condivisione di valori che le porta in Spagna, dove l’emancipazione culturale dei gitani, in particolare delle donne, ha favorito la nascita di un associazionismo intraprendente. Qui Tamara e altre attiviste coinvolgono Marinela e Iazabela nelle attività che portano avanti ogni giorno per l’integrazione sociale e il rispetto della diversità. Il documentario è un viaggio nella memoria e nell’identità del popolo rom, ma anche nella sua volontà di riscatto dalle persecuzioni subìte, attraverso lo sguardo e le storie delle tre giovani protagoniste, che lasciano intravedere un possibile percorso di emancipazione della più grande minoranze etnica d’Europa.

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SENZA PACE

Mediometraggio – Italia, 2012, durata 90’
Regia Fabio Morichini, Matteo Sapio, Enrico Tacconelli
Musiche Fabio Morichini, Matteo Sapio, Bobsleigh Baby, Trans Upper Egypt, Wow
Lorenzo è un cinquantenne fallito, che sbarca il lunario facendo il pony express e con la passione per la pittura. Solitamente si sbornia in uno dei tanti locali del Pigneto e una sera incontra Lena. Lei è una belga con una storia d’amore alle spalle finita male; ha da poco lasciato Firenze, dove ha convissuto per dieci anni con un giornalista famoso. Tra i due nasce una relazione molto lentamente, ma finisce nel giro di pochi mesi, lasciandoli totalmente disincantati. Intorno a questa follia a due, il mondo grottesco della movida “civile” romana con i suoi cliché, le piccinerìe, gli aperitivi umanitari, la stucchevole cittadinanza attiva dei paraculi, le vacanze in barca, il razzismo dalla faccia buona.

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VODKA LEMON

Mediometraggio – Francia, Italia, Svizzera, Armenia, 2003, durata 88’
Regia Hiner Saleem
Musiche Michel Korb, Roustam Sadoyan
Nell’Armenia del postcomunismo, Hamo è un sessantenne vedovo ma piacente. Ha tre figli che manda avanti con una pensione militare insignificante. Il lavoro non lo cerca nemmeno perché tanto in Armenia non c’è. Non c’è nulla in Armenia. Ma di colpo arriva Nina, nella vita di Hamo, vedova e carina come lui, conosciuta al cimitero in visita ai rispettivi defunti coniugi… Un film denso di poesia e lieve come una piuma quello di Hiner Saleem. Capace di inserirsi nel filone della nuova cinematografia dell’est Europa con una visione originale. Tragedia e commedia si fondono e confondono senza mai dimenticare la tenerezza dello sguardo. Leone d’or a Venezia nel 2003.

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REMINISCENZE SU SAYAT NOVA

Cortometraggio – Armenia, Italia, 2006, durata 30’
Regia Levon Grigoryan
Musiche Michel Korb, Roustam Sadoyan
Questo documentario propone mezz’ora di immagini inedite, ritrovate in archivio e ritenute perse per molti anni, del film Il colore del melograno del regista armeno Sergej Paradžanov. Vospominanya o Sayat Nova è il titolo inizialmente previsto per il film e che Paradžanov avrebbe voluto dargli.

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LA MASSERIA DELLE ALLODOLE

Lungometraggio – Italia, Bulgaria, Francia, Spagna, 2007, durata 122’
Regia Paolo Taviani Vittorio Taviani
Musiche Michel Korb, Roustam Sadoyan
1915. In una piccola città della Turchia la guerra sembra lontana, lontane le persecuzioni contro la minoranza armena. È armena la famiglia Avakian, che apre la sua bella casa per il funerale del suo patriarca. Anche il Colonnello Arkan, rappresentante della autorità turca, viene a rendere omaggio. “Grazie di questo gesto di pace…” gli mormora Aram, a nome della famiglia. Dopo molti anni tornerà dall’Italia il figlio maggiore Assadour, che esercita a Padova la professione di medico: a lui il padre ha lasciato la vecchia Masseria delle Allodole. Aram con la moglie Armineh, vivace ed esuberante, la zia Hasmig, il piccolo Avetis e le sue sorelle si preparano ad accoglierlo con impazienza, mentre Nunik, giovane ed esuberante, vive con angoscia la sua relazione nascosta con Egon, un giovane ufficiale turco.

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NOI

Lungometraggio – Unione Sovietica, 1969, durata 24’
Regia Artavazd Pelesjan
Musiche Michel Korb, Roustam Sadoyan
Noi “Menk” ((1969, B/N, 24 min.), è un poema visivo dedicato all’Armenia e al suo popolo. Mostra la raggiunta maturazione del regista e applica pienamente i principi del “montaggio della distanza” da lui teorizzati. Il corto vince il Gran Premio al Kurzfilmtage Festival d’Oberhausen del 1970.

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LE STAGIONI

Lungometraggio – Unione Sovietica, 1972, durata 30’
Regia Artavazd Pelesjan
Le Stagioni “Darva Yeghanakner” (1972, B/N, 30 min.) Artavazd Peliscian mostra come gli armeni d’Armenia vivevano durante gli anni 1950, la relazione stretta tra gli uomini e gli animali La transumanza è stato filmato per più di due anni. In questo periodo formalizza le sue teorie sul montaggio nel saggio “Il montaggio a contrappunto o la teoria del montaggio a distanza”, che sarà pubblicato nel libro Il mio cinema nel 1988.

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IL PRIMO UOMO

Mediometraggio – Italia, Francia, 2011, durata 98’
Regia Gianni Amelio
Musica Franco Piersanti
Nel 1957 Jean Cormery, alterego dello scrittore Camus, fa ritorno in Algeria per visitare la madre e alla ricerca di tracce del padre defunto. Ma il suo Paese è in pieno conflitto tra il Fronte di Liberazione Nazionale e l’esercito della Francia . Egli crede nella convivenza pacifica tra arabi e francesi, ma la realtà è costituita da attentati e pratiche di tortura.

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UNA VITA TRANQUILLA

Mediometraggio – Italia, Francia, Germania, 2010, durata 105’
Regia Claudio Cupellini
Musica Theo Teardo
Rosario Russo ha poco più di cinquanta anni. Da dodici vive in Germania dove gestisce, insieme alla moglie Renate, un albergo ristorante. La sua vita scorre serena: ha un bambino (Mathias), un aiuto cuoco (Claudio) che è anche un amico, e molti progetti per il futuro. Un giorno di febbraio, però, tutto cambia. Nel ristorante di Rosario arrivano due ragazzi italiani al servizio della camorra. Il primo si chiama Edoardo ed è il figlio di Mario Fiore, capo di una delle più potenti famiglie di camorra. L’altro si chiama Diego, e Rosario lo riconosce subito perché Diego è suo figlio. Non si vedono da quindici anni, da quando Rosario si chiamava Antonio De Martino ed era uno dei più feroci e potenti camorristi del casertano. Allora si era fatto credere morto e si era ricostruito una seconda vita in Germania. Diego all’epoca aveva dieci anni, ora è cresciuto e si è affiliato al clan dei Fiore. Ma qualcosa va storto. E la vita tranquilla di Rosario Russo prende una piega imprevedibile e drammatica.